Come già accaduto per l'Operazione Hardtack I, che si svolse tra l'aprile e l'agosto del 1958 e che fu l'ultima operazione a vedere l'esecuzione di test nucleari atmosferici a livello del suolo prima dell'Operazione Hardtack II, dato che nel corso dell'Operazione Argus erano stati condotti solo test a quote superiori a 100 km, ossia già nello spazio, anche la progettazione e la realizzazione dell'Operazione Hardtack II furono influenzati non solo dai risultati ottenuti nei test nucleari precedenti ma anche dal contesto politico mondiale di quegli anni. A cominciare dal 1956, infatti, la preoccupazione dell'opinione pubblica a riguardo delle radiazioni nucleari derivanti dai test iniziò a farsi sentire, tanto che la questione della fine dei test nucleari e della sicurezza nucleare fu una di quelle che tennero banco durante le elezioni presidenziali del 1956, tanto più che anche l'Unione Sovietica aveva già pubblicamente proposto una moratoria sui test.[2] Dato inoltre che questa operazione avrebbe dovuto svolgersi sul suolo continentale statunitense, e non nel Pacific Proving Grounds com'era accaduto per l'Operazione Hardtack I, e che il test Coulomb-C della serie denominata Project 58/58A, l'ultima ad essere stata condotta nell'NTS prima dell'Hardtack II, aveva fatto allarmare la popolazione di Los Angeles per via dell'imprevisto fallout nucleare, il malcontento della popolazione verso questi test nucleari si era fatto decisamente elevato.[2]
Il 31 marzo 1958 l'Unione Sovietica annunciò la sospensione di tutti i test nucleari, invitando gli Stati Uniti d'America a fare altrettanto. Il 9 maggio, il leader sovietico Nikita Sergeevič Chruščëv accettò l'invito di Eisenhower a prendere parte a incontri in cui si discutesse di una moratoria dei test nucleari e le negoziazioni iniziarono così il primo giorno di luglio dello stesso anno. Come risultato, il 22 agosto 1958 Eisenhower annunciò al mondo che gli USA avrebbero sospeso i test a partire dal 31 ottobre 1958. Poiché, quindi, sembrava che le due operazioni Hardtack sarebbero state le ultime possibilità di testare ordigni nucleari, gli scienziati atomici statunitensi decisero di aggiungervi altri test, che arrivarono così a un totale di 35 per l'operazione Hardtack I, e che furono svolti nel Pacific Proving Grounds, data la loro potenza, e di 38 per l'operazione Hardtack II. Quest'ultima, inizialmente chiamata "Operazione Millrace" fu rinominata "Hardtack II" quando un comitato scientifico raccomandò "uno stop ai test dopo la serie Hardtack".[2]
Terminata l'operazione, che, a causa del poco tempo disponibile, vide l'esplosione di 29 ordigni nel solo mese di ottobre, con giorni in cui ci furono addirittura quattro esplosioni, alla mezzanotte del 31 ottobre gli Stati Uniti d'America annunciarono, come promesso, lo stop unilaterale ai test nucleari. L'Unione Sovietica si unì agli USA dopo l'esecuzione di due test effettuati il 1º e il 3 novembre. Lo stop non durò comunque molto a lungo: già nel settembre 1961 l'URSS riprese ad effettuare test atomici atmosferici, compreso quello della bomba Zar, l'ordigno più potente mai fatto esplodere dall'uomo, il 30 ottobre dello stesso anno; gli USA non si fecero attendere, dando il via all'Operazione Nougat, che vide il test di 44 ordigni, il 15 settembre 1961.
Ordigni testati
Una rappresentazione di un "One-point safety test" di uno stadio primario modello Swan, dove viene fatto detonare un solo punto di innesco laterale. Il nocciolo di plutonio-239, in questo caso, è sferico e cavo e circondato da un tamper in berillio.Un'immagine del test Da Baca.
Come tutti i test svolti nel NTS, anche quelli dell'Operazione Hardtack II furono test a potenza relativamente bassa, con una potenza massima rilasciata di 22 chilotoni, che, sebbene sia pari a circa 1,5 volte la potenza della bomba atomica sganciata su Hiroshima, è centinaia di volte inferiore a quella di molti esperimenti condotti nel Pacific Proving Grounds con bombe termonucleari. La maggior parte dei test fu composta da test di sicurezza denominati "one-point", ossia volti ad assicurare che qualora ci fosse stata l'esplosione di uno dei componenti di esplosivo convenzionale posti attorno al nocciolo non si sarebbe comunque innescata la reazione di fissione nucleare, e da test di miniaturizzazione, volti alla realizzazione di testate atomiche così leggere da poter essere sparate in battaglia dalla fanteria, come il Davy Crockett, o da essere montate su missili per l'arsenale aeronautico.[3]
Test di sicurezza "one-point" svolto con un ordigno simile a quello dei test Pascal-C e San Juan, fu dichiarato riuscito nonostante il rilascio di potenza.
Test di sicurezza "one-point" svolto con un ordigno simile a quello dei test Pascal-C e San Juan, fu dichiarato riuscito nonostante il rilascio di potenza.
Test a piena potenza di un ordigno simile a quello utilizzato nel test Otero, l'esperimento fallì sprigionando meno potenza del previsto e risultando in una cosiddetta "fiammella".
Test a piena potenza di un ordigno simile a quello utilizzato nel test Otero, l'esperimento fallì sprigionando meno potenza del previsto e risultando in una cosiddetta "fiammella"
Test di sicurezza "one-point" fallito svolto con un ordigno simile a quello del test Titania e del test Hickory dell'Operazione Hardtack I. Nonostante la bassa potenza e il fatto che fosse stato condotto sottoterra, il test diede origine al primo cratere di subsidenza nella mesa Rainier.
Test a piena potenza non riuscito, poiché risoltosi in una "fiammella", svolto con un ordigno simile a quelli utilizzati nei test Vesta, Oberon e Sanford.
Il test fu annullato quando ci si rese conto che la potenza che avrebbe sprigionato avrebbe potuto mandare in frantumi le finestre di Las Vegas. La pianificazione di un nuovo test che usasse lo stesso tipo di ordigno ma di minor potenza non fu portata a termine prima dell'entrata in vigore della moratoria.
Test riuscito di della variante TN del primario "Canary", svolto con un ordigno simile a quello usato nel test Evans. Fu il più potente di tutta la serie.
Test di sicurezza "one-point", dichiarato riuscito nonostante lo sviluppo di potenza, svolto con un ordigno simile a quello del test Neptune e del test Hickory dell'Operazione Hardtack I.
^Gli Stati Uniti d'America, la Francia e il Regno Unito chiamano ogni loro singolo test con un nome in codice, mentre Unione Sovietica e Cina, salvo rari casi, non lo fanno, quindi i loro test sono identificati solo da numeri. Un trattino seguito da un numero indica un membro di un test a salve.
^Per convertire l'ora universale in ora locale, si deve aggiungere alla prima il numero tra parentesi.
^Nome del luogo e corrispettive coordinate. Nel caso di test missilistici, viene indicato il luogo di lancio del missile prima del luogo della detonazione. Mentre alcune località possono essere indicate con sicurezza, nel caso, ad esempio, di esplosioni in alta atmosfera, le indicazioni possono essere piuttosto inaccurate.
^Con "altitudine" si intende l'altezza rispetto al livello del mare del terreno posto direttamente sotto l'esplosione, mentre con "quota" si intende la distanza tra tale punto e l'esplosione. Nel caso di test missilistici, il livello del terreno è indicato con "N/A". L'assenza di numeri o altre indicazioni sta a significare che il valore è sconosciuto.
^L'energia liberata espressa in chilotoni e megatoni.
^abcdefgOperation Hardtack II, 1958 (PDF), Defense Nuclear Agency, Department of Defense (Washington, DC). URL consultato il 3 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2013).